Massacro della Collina 303

Massacro della Collina 303
I cadaveri dei soldati uccisi ammucchiati presso Waegwan. I polsi di alcune delle vittime sono ancora legati.
TipoFucilazione di massa
Data17 agosto 1950
LuogoCollina 303, Waegwan, Corea del Sud
StatoBandiera della Corea del Sud Corea del Sud
Coordinate36°00′44.64″N 128°24′41.4″E
ObiettivoPrigionieri di guerra statunitensi
ResponsabiliSoldati dell'esercito nordcoreano
Conseguenze
Morti42
Feriti4–5

Il massacro della Collina 303 fu un crimine di guerra compiuto da soldati nordcoreani il 17 agosto 1950, durante la Guerra di Corea, presso una collina sovrastante la località di Waegwan. Quarantuno prigionieri di guerra statunitensi vennero fucilati dalle truppe nordcoreane a seguito di una piccola schermaglia avvenuta durante la battaglia del perimetro di Pusan.

Alcuni elementi dello U.S. Army's 2nd Battalion, 5th Cavalry Regiment e 1st Cavalry Division attivi presso Taegu durante l'omonima battaglia furono circondati da truppe nordcoreane durante l'attraversamento del fiume Nakdong presso la Collina 303. La maggior parte delle truppe statunitensi riuscì a fuggire, ma un plotone di soldati addetti ai mortai scambiarono i soldati nordcoreani per rinforzi sudcoreani e furono quindi catturati. Le truppe nordcoreane portarono i soldati americani presso la collina e inizialmente tentarono di spostarli al di là del fiume per farli uscire dalla battaglia, ma il tentativo fu bloccato da un pesante contrattacco nemico. Le forze americane riuscirono infine a fermare l'avanzata nordcoreana, mettendone in rotta l'esercito. All'inizio della ritirata, uno degli ufficiali nordcoreani ordinò che i prigionieri venissero fucilati per non rallentare la fuga delle truppe.

Il massacro provocò risposte da entrambi i lati del conflitto. I comandanti americani tramite messaggi radio e volantini domandarono la consegna dei comandanti nordcoreani ritenuti responsabili dell'accaduto. Gli ufficiali nordcoreani, preoccupati dal modo in cui i propri soldati trattavano i prigionieri di guerra, stilarono linee guida più restrittive sul come gestire i prigionieri. Diversi memoriali vennero successivamente eretti sulla collina, per onorare le vittime del massacro.


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